martedì 31 gennaio 2012

LA GRADINATA NORD...


ONORE AI NOSTRI FRATELLI GRIFONI

sabato 28 gennaio 2012

NAPOLI SIAMO NOI...

Ancora una volta, il Cinepresidente si e' lasciato andare a dichiarazioni poco gradite e con tono arrogante. A prescindere se fossero rivolte ai giornalisti o meno, non e' ammissibile ascoltare certe affermazioni da colui che rappresenta la squadra della terza citta' d'Italia. "Ma che cazzo avete vinto a Napoli..." Me ne posso anche andare" "qui a Napoli non funziona un cazzo". Chapò, un vero gentleman, ma da un cafone romano cosa ci si puo aspettare. Ebbene si, parla tanto di napoletanita' per le sue origini di Torre Annunziata ma in fin dei conti e' Roma la sua citta' Natale. Che Napoli sia una citta' con enormi problemi lo sappiamo tutti, certamente non c'e' bisogno che ce lo ricorda, la storia del calcio Napoli la conosciamo meglio di tutti perchè NOI abbiamo sostenuto la maglia azzurra in ogni momento, dai successi al fallimento. Qui nessuno deve ringraziarLa, perchè ancora una volta ribadisco che siamo NOI che finanziamo il Napoli, che lei grazie a NOI ha raggiunto notorietà, certamente non con i suoi film da quattro soldi dal contenuto mediocre. Se lei vuole andarsene conosce la porta, io non mi strappero' i capelli, almeno, io ho ancora una dignita' a differenza di qualcuno che pende dalle sue labbra, che la difende a spadatratta. I risultati sono dalla sua parte, per ora, ma ciò non la autorizza a fare e dire ciò che vuole, poi se ci tiene cosi tanto alle sorti della nostra citta' ci dia delle indicazioni per migliorarla...ma forse sa che non c'e' un tornaconto economico.

venerdì 27 gennaio 2012

DOMENICA AL MARASSI...




IN MEMORIA DI UN FRATELLO...SPAGNA VIVE!

DE LAURENTIIS BUFFONE!


DE LAURENTIIS: NOI VENTANNI DI MILITANZA E COERENZA MENTRE DI LEI NON SI CONOSCEVA L'ESISTENZA...LA STORIA NON LA DIMENTICHIAMO MA PER AMORE NON LA INFANGHIAMO...COME AL SOLITO NON HA PERSO OCCASIONE L'ENNESIMA SCENEGGIATA DA VERO BUFFONE!!!  

lunedì 23 gennaio 2012

SARA' LA VOLTA BUONA...?


Tratto da: http://www.repubblica.it


Addio tessera del tifoso. Finalmente una buona notizia: al Viminale stanno pensando a novità importanti per la prossima stagione e dopo aver incontrato i club di B, presto incontreranno anche quelli di A. Non ci sarà più la tessera del tifoso (ora sono oltre 800.000) come è adesso, che per molti, e non a torto, era diventata la tessera del Viminale, e qualche club l'aveva fatta diventare anche la tessera-business (ma una sentenza del Consiglio di Stato ha dato loro torto). Non si chiamerà più tessera del tifoso, e non sarà più abbinata agli abbonamenti, cosa che aveva suscitato non poche proteste. Si sta studiando qualcosa per regolamentare le trasferte (dove ormai vanno in pochi) e soprattutto si vuole fare in modo che ci siano maggiore trasparenza e minori disagi per i tifosi (perbene), a volte costretti ad autentiche peripezie per andare allo stadio. E' soddisfatto, almeno in parte, l'avvocato romano Lorenzo Contucci, difensore (anche) di molti tifosi: "Ma adesso bisogna abolire anche l'articolo 9 della legge Amato. E' assurdo che impedisca ad un tifoso di avere la tessera se ha avuto delle condanne da stadio, anche nel lontano passato. Lo stesso Osservatorio del Viminale ha detto che va abolito. Sarebbe un ulteriore successo, dopo quello sulla privacy e quello del business...". E' assurdo che in curva si possano trovare pluripregiudicati per rapina (ci sono, come no) e non abbia diritti ad avere il biglietto, o la tessera, chi magari ha acceso un fumogeno cinque anni fa. Il ministro Annamaria Cancellieri si è insediata da poco ma ha preso a cuore il problema. Tra l'altro, è una tifosa di calcio. Per essere più precisi, è tifosa della Roma e suo figlio, come dirigente UniCredit, ha avuto un ruolo importante nel passaggio del club dai Sensi agli americani. Nuovo ministro e nuovo anche nuovo responsabile dell'Osservatorio. E' Roberto Sgalla, che già conosce bene il mondo del calcio: "Il tifoso deve percepire lo stadio come un luogo sicuro, dove si va con gli amici per godersi la partita e non si rischia nulla. Noi stiamo lavorando per arrivare a questo". Presto verranno rivelati i dati del girone d'andata: sono tutti estremamente positivi. Meno incidenti, meno feriti, meno arresti e denunce. Risparmio di uomini, mezzi e lacrimogeni. Un passo avanti notevole, anche se ancora molto deve essere fatto.

Dal 2007-'08 anche in Italia ci sono gli steward: ne vengono impiegati circa 190.000 in una stagione. Il decreto dell'ex ministro Maroni del 28 luglio 2011 dà maggiori poteri agli steward: potranno anche perquisire gli spettatori con la tecnica del pat-down, già in uso negli areoporti. Ma queste norme non sono ancora in vigore, il Viminale sta mettendo a punto in questi giorni il regolamento. L'obiettivo, come all'estero, è arrivare a stadi dove non si vedono più poliziotti, dove non ci sono barriere. Dove si assiste alla partita in piena sicurezza. Ma non facciamo, per favore, i soliti paragoni (impossibili) col sistema inglese. La verità è che in Inghilterra non ci sono più incidenti negli stadi ma fuori sì, anche se molto sovente vengono nascosti all'opinione pubblica. La verità è che in Inghilterra è stato messo a punto, dopo l'Heysel, un sistema repressivo durissimo e, alzando i prezzi dei biglietti, i tifosi meno abbienti sono stati tenuti lontani dagli stadi (che peraltro sono pieni). In Inghilterra gli impianti sono di proprietà dei club che possono anche stabilire di escludere a vita (sì, avete letto bene: a vita...) chi supera una mini-barriera e invade il campo magari solo per esultare, non per picchiare l'arbitro. In Italia sarebbe possibile? No, per fortuna. Guardiamo in casa nostra, senza ispirarci a un modo di vivere, una mentalità e una legislazione che non ci appartengono. Gli stadi italiani devono essere proprietà dei club ma la legge giace da un paio d'anni alla settima commissione cultura e sport della Camera. Una vergogna per i nostri politici: eppure si ricordano di mandare l'auto blu a ritirare i biglietti (gratuiti, ovviamente) per la tribuna vip... La Juventus ha uno stadio di proprietà, e lì i tifosi si sentono a casa: nessuno d'altronde si sogna di distruggere i bagni a casa propria. Questa è la strada. Bisogna riportare anche il folclore, l'allegria negli stadi: dove sono finite le bandiere? Gli striscioni allegri, goliardici? Il calcio è anche sfottò. Se davvero è finita l'emergenza, allora riapriamo le porte anche al tifo, ricordandoci che ultrà non vuole dire teppista, ma solo un modo di ragionare e amare la propria squadra. Fra gli ultrà ci sono delinquenti come ci sono fra i giornalisti e i poliziotti (di recente alcuni sono stati rinviati a giudizio perché hanno pestato un tifoso..), ma i delinquenti, di qualsiasi genere siano, vanno messi in condizione di non nuocere. La caccia all'ultrà, la repressione, deve finire.

CI SIAMO MA NON CI TESSERIAMO

sabato 21 gennaio 2012

Inter - Genoa: sia fatta luce




Anni ed anni di soprusi ci inducono ad essere scettici, e a non credere alla versione ufficiale di ogni episodio che riguarda le forze dell'ordine. Non perchè siamo ammalati di ACAB, virus che effettivamente ha colpito davvero poche persone, ma perchè c'è sempre il rischio di un nuovo "caso Cucchi": insabbiamenti, denigrazione della vittima (che viene fatta passare per un violento, un alcolizzato o un drogato), depistaggi, scarico di responsabilità.

Ciò che è accaduto in occasione di Inter - Genoa non lo sappiamo. Sappiamo solo ciò che l'informazione ufficiale ci ha detto: un tifoso rossoblu, Massimo Moro, 38 anni, è stato ricoverato in prgnosi riservata dopo uno scontro con un poliziotto. Questo è il fatto.

La versione ufficiale recita che, durante il controllo all'ingresso, Massimo Moro avrebbe dato di matto, si sarebbe scagliato contro il poliziotto (Massimo Moro è violento) che, per difendersi, l'avrebbe spinto via; Massimo Moro sarebbe caduto, battendo la testa. Trasportato in ospedale, gli sarebbe stato riscontrato un tasso alcolemico pari a 300 (Massimo Moro è un alcolizzato) e pare che fosse in possesso di droga (Massimo Moro è un drogato).


E così viene confermato il topos: persona violenta, alcolizzata e drogata. Come venne dipinto Stefano Cucchi, come sono dipinte le centinaia di persone che quotidianamente vengono fermate, perquisite, arrestate, in giro per l'Italia.

Ripetiamo: non sappiamo come siano andate davvero le cose. Magari è tutto vero. Però non ci fidiamo. Scusateci, ma non ci fidiamo. Vogliame vederci chiaro. Vogliamo che sia fatta luce su questo episodio, proprio per scongiurare il fatto che si tratti dell'ENNESIMO sopruso.


N.B. Massimo Moro è uscito dal coma farmacologico.

mercoledì 18 gennaio 2012

Attendiamo Siena e poi tiriamo le (prime) somme

Mi tocca ancora una volta il ruolo di pompiere. Basta una brutta prestazione ed un risultato negativo (il pareggio casalingo col Bologna) per risentire i soliti commenti dei tifosotti dell'ultima ora: è tutto finito, altro che scudetto qua non andiamo manco in champions, bisogna cacciare Mazzarri, siamo Lavezzi-dipendenti, Vargas nun è nisciuno...

Le fiamme dello sconforto ardono in fretta!

Stesso dicasi per le fiamme dell'esaltazione! Non sono mica lontani i tempi in cui eravamo da scudetto ed in coppa campioni eravamo da semifinale!

Ma dico io: non si può aspettare la partita col Siena, e la chiusura del girone d'andata, per tirare le prime somme su questa prima metà della stagione del Napoli?


Ai veri ultras, quelli che lo sono 24 h al giorno, 7 gg su 7: tenete botta.


giovedì 12 gennaio 2012

Coppa Italia: non denigriamola



Sono stanco di sentir dire che la Coppa Italia è una coppetta che non conta niente. In Italia non c'è più la cultura della "coppa nazionale", diversamente da quanto avviene in Inghilterra o in Spagna.
Una volta non era così. Ricordo ancora una partita del Napoli in coppa italia ai tempi di Maradona. Mi pare (ma la memoria potrebbe ingannarmi) che si giocava ad Avellino, o comunque non al San Paolo. Il tifo partenopeo fu numerosissimo ed incessante nel sostegno. Sono ricordi di un bambino, ma ancora oggi, quando penso alla coppa Italia, penso a quella partita.
La coppa Italia ci ha anche regalato serate fantastiche. Ricordo la semifinale con l'Inter risolta dal rigore di Boghossian, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi sull'1 a 1 (per il Napoli aveva pareggiato Beto, con un gol in mezzo alle gambe di Pagliuca).
In anni più tristi e recenti, ricordo un Napoli in Serie B battere il Bari con gol di Scapolo, o addirittura un Napoli Juventus finita 8 a 7 dopo i calci di rigore. Era l'estate del 2006, quindi più di 5 anni fa.

Queste emozioni, insieme a tante altre che non ho voluto ricordare ma che sono sempre nella mia mente e nel mio cuore, ce le ha regalate la Coppa Italia. Una manifestazione bistrattata, ma che ha donato serate di grande calcio e ricche di sofferenza e gioia.

Stasera il Napoli farà l'esordio in Coppa Italia col Cesena.
Sosteniamo la maglia anche in questa manifestazione. Una bella serata di coppa.

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