domenica 25 novembre 2007

Trasferta in casa (8)


“Ciao, guagliù” faccio ai presenti. Ci salutiamo calorosamente e parliamo a voce alta visto il frastuono intorno a noi. Praticamente stiamo urlando più degli ultras che ci ricordano di onorare i diffidati. La partita è inziata da cinque – sei minuti. Il Napoli è in classica divisa: maglia azzurra, pantaloncini bianchi e calzerotti azzurri. E' così che deve andare, cazzo. I colori sociali vanno rispettati. Vabbene a fare qualche leggera variazione sul tema, ma porca puttana si vedono cose che fanno rabbrividire: divise con colori diversi da quelli storici, seconde o terze magliette di colore arancione, rosa, fuxia o a pois. Ma checcazzo! Piglia la maglietta dell'inter di quest'anno: bianca con una croce rossa (simbolo di milano) al centro. E non come seconda...come prima maglietta! E quei cani dei tifosi interisti c'hanno pure lo stomaco di inneggiare ai colori nerazzurri quando in campo ci sono quelle pecore vestite così. E mai che qualcuno avesse detto a Moratti che i colori sociali non si toccano. Qualche anno fa, i tifosi del bologna, mi pare, ricevettero dai calciatori le magliette al termine di una partita vinta. E quei cazzuti spioni dei bolognesi, puttana eva, le ributtarono in campo. Motivo? I colori sociali e la tradizionale divisa da gioco erano stati stravolti. E vaffanculo alle ricerche di marketing! Noi vogliamo un sano ritorno al calcio di una volta, ovviamente con le innovazioni positive di oggi. Non vogliamo che il parma sia un anno gialloblù e un altro bianco-crociato. Non vogliamo il venezia con la maglia (bellissima, tra l'altro) arancio-nero-verde. Ma checcazzo di abbinamenti fate! Manco io mi vesto così!
Noi ultras non vogliamo il mercimonio sulla nostra passione. Noi siamo...CONTRO IL CALCIO MODERNO.

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