sabato 17 novembre 2007

Trasferta in casa (5)


Ci lanciamo giù per agnano con rabbia massiccia. Sgusciamo via che Savini dovrebbe vederci ed imparare come si fa, terzino del cazzo. Passiamo davanti al cinema La Perla vuoto come al solito. Il cinema italiano è in crisi, in tutti i sensi. Quella puttana della sbarra si abbassa per permettere al treno di passare. Siamo costretti ad attendere che la cumana transiti. Giriamo su via diocleziano, passiamo davanti all'agenzia di pianeta scommesse stracolma come sempre, e svoltiamo a destra, passando sotto al ponte della metro di cavalleggeri. Peppe sterza di botto e si infila nella traversa dove abita suo cognato. Ad attenderci, c'è don Felice, il padre di Peppe: baffo staliniano e sorriso contagioso. In mano ha una busta coi panini. Panini con prosciutto crudo e provola. Come al solito, Peppe ha dimenticato che io non mangio né prosciutto crudo né provola. Salutiamo in fretta e furia don Felice proprio mentre comincia a piovere. Cazzo. Una sfortuna fottuta del cazzo. Iniziamo a camminare a passo svelto. In pochi minuti la strada è tutta colma di pozzanghere. Le macchine sfrecciano a folle velocità, schizzandoci senza pietà. 'Sti stronzi dimmerda. Che se ne strafregano dei pedoni. E Vaffanculo!

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