giovedì 29 novembre 2007

Trasferta in casa (9)


Dopo la seconda sigaretta in 10 minuti, Peppe e Andrea ci raggiungono. Sono sudati fradici. Ci raccontano l'ennesimo abuso delle forze del disordine. Manganellate in paranza. Una donna ha avuto un colpo in testa ed è una maschera di sangue. Qualche gruppuscolo di cani sciolti è sceso e si sta facendo giustizia da solo. I pulotti scappano, seguiti dai loro camerati carabinieri. Si mettono a distanza di sicurezza, si rigirano verso la curva e sbattono i manganelli sugli scudi. Stanno per caricare. Io da sopra al desk li vedo bene, sti bastardi. Noto che, fortunatamente, vicino ai tornelli non c'è praticamente più nessuno. Sono entrati tutti. Sospiro di sollievo. Così se i cani sciolti vogliono spaccare il culo alle merde in divisa non c'è il rischio che ci vada di mezzo qualche povero stronzo che non c'azzecca.
Andrea si sistema proprio sotto di me. Lo presento ai compari che c'ho di fianco, stando sempre attento a non perdermi un nanosecondo della partita. Sinceramente non riesco a capire come cazzo fanno i tipi che si mettono sulla balaustra per organizzare il tifo. Danno le spalle al campo e non vedono niente. Non seguono la partita. Non capiscono l'evolversi della manovra, le tattiche di gioco. Io non ce la farei. Cazzo, io adoro fare il tifo e sostenere la maglia. Ma non mi sogno manco per il piscio di venire allo stadio ed ignorare completamente la partita. Cioè, dico io: il principale motivo per cui si viene allo stadio è vedere la partita in un ambiente più coinvolgente rispetto al salotto di casa. In curva si viene perchè si vuole essere parte di quell'ambiente magico che si vive durante il match. Non ce la farei ad ignorare completamente l'andamento dell'incontro.

Nessun commento: