domenica 12 agosto 2007

E sarà sempre domenica...(5)


Arriviamo nei pressi dello stadio e parcheggiamo di fronte al Blasius, un bar-pub-ristorante-rosticceria...praticamente un posto dove riempirsi lo stomaco a poco prezzo. Scorgo un tavolino libero e mi ci catapulto ad occuparlo come se fossero i seggiolini della finale di Coppa dei Campioni (io la chiamo Coppa dei Campioni, la Champions League per me non esiste...!).
- Che prendi, Dum dum? - mi chiede Massimo, prima di entrare al Blasius - ti va una birra? Media? Grande?
- GRANDISSIMA! - gli faccio io, perchè mi devo benzinare a dovere. Massimo sorride mentre Marco è già alla cassa a fare lo scontrino. Io aspetto che i compari mi portino qualcosa da bere, e mi accendo una sigaretta. Vorrei chiamare Rachele, parlarle un po'. Ma sta a lavoro, come ogni stramaledetta domenica. Ieri sera sono stato un po' stronzo. Forse ho esagerato con qualche battuta di dubbio gusto. Sono uno che non si sa frenare, cazzo. Che non capisce mai quando è ora di farla finita. Sparo cazzate come se piovesse. Prima o poi qualcuno mi manderà a fanculo. E spero che non sarà Rachele quel qualcuno...
Mi squilla il cell. Vedo il nome sul display: BENIGNI. - Onore a Paolo - dico appena rispondo al telefono.
- Caro Otto! - mi fa Paolo, che noi chiamiamo Benigni perchè assomiglia in maniera incredibile al comico. Ed anche perchè ti fa schiattare dalle risate quando è in vena. Lui mi chiama Otto, che sarebbe il diminutivo di Otto Nero: dovete sapere che il vostro affezionato è solito andare allo stadio con un bomber nero e la testa rasata, e secondo Paolo gli ricordo la biglia dell'otto nero quando si gioca a carambola.
- Dove stai, Pà? - gli chiedo.
- Ho appena parcheggiato il motorino. Lato curva B. Voi state di fronte al Mc Donald's?
- No, Benigni. Stiamo al Blasius. Vieni qui?
- Si, si... - mi fa Paolo - aspettatemi che c'ho 'na fame...e sopratutto 'na sete....a tra poco. - e attacca.
Paolo è un gran bel bevitore. Uno di quelli che vorresti sempre avere accanto in una serata di bevute e cazzate. Il tipo ideale. Noi spesso lo sfottiamo sugli orari assurdi della sua vita: in genere, quando la domenica viene allo stadio, si è praticamente svegliato da un quarto d'ora. Il sabato sera, in genere, scende di casa verso le undici, bazzica il centro o scende nei paesi. A volte è venuto anche a Pozzuoli e ci siamo visti. Torna a casa verso le 5, anche le 6, tutto bevuto e ucciso. Si stravacca sul letto con la sana stanchezza di una gioventù urlante che gli stringe le gambe e le meningi. Quando arriva allo stadio, la domenica, ha ancora gli occhi affamati di sonno. Ma lui se ne strafotte e va avanti. Per la sua strada. E' così che si fa, cazzo.

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