domenica 13 febbraio 2011

Grazie ragazzi!




Sono quasi le 3 di notte di un sabato sera indimenticabile. La capitale della sedicente Italia si addormenta, nervosa e stanca. La principale squadra capitolina ha appena perso, in casa, lo scontro con l'altra vera capitale della penisola italica: Napoli.

Napoli gioisce e si specchia nelle lacrime di gioia dei suoi tifosi, siano essi giunti dall'antica partenope oppure residenti fuori dalla terra natia. Lo stadio Olimpico ribolliva di napoletani in ogni settore, ed i gol sono stati salutati con grida di giubilo inconsuete per una squadra che gioca in trasferta. Ma si sa: il Napoli non gioca mai in trasferta, perchè il suo Popolo è ovunque.

Se all'andata Giulio Cesare si è dovuto inchinare a Masaniello, stavolta si è addirittura capovolta la storia: i Borbone hanno conquistato Roma, proprio nell'anno del centocinquantesimo anniversario della invasione delle Due Sicilie.

Un uruguagio figlio di emigranti meridionali, al secolo Edinson Cavani, ha realizzato i due gol che hanno consegnato la corona d'alloro a Napoli ed ai napoletani, primo fra tutti quel Paolo Cannavaro capace di zittire tutti i fischi di qualche anno fa servendo su un piatto d'argento un assist degno del miglior Garrincha.

Ma lascio volentieri ai giornalisti di professione la cronaca di una partita che per i tanti napoletani come me, costretti a vivere e lavorare fuori dalla madre patria, ha assunto i connotati di una rivincita sociale e popolare: vivere a Roma non è facile, per un meridionale lo è ancor meno.

I calciatori sembrano averlo capito: la maglia del Napoli è la maglia della nostra Nazionale, rappresenta un Popolo ed una Terra antica e valorosa. Non hanno mai tirato indietro la gamba, ed hanno risposto a tono alle provocazione dei vari Cassetti, Rosi, De Rossi. Spavaldi ed umili, grintosi e pacati, questi calciatori e questo mister che non smetteremo mai di ringraziare. Le bandiere sventolino fiere, i balconi siano addobbati a festa: partenopei, noi siamo partenopei.

Lo sappiamo bene: conta solo la maglia. Non ce lo dimentichiamo nè quando vinciamo a Torino o a Roma, nè quando perdevamo col Chieti. Stasera, però, concedetemi di osannare gli eroi dell'Olimpico. Concedetemi un tocco di retorica. Una città sommersa dai rifiuti, dalla camorra e dal malgoverno, stasera è tornata ad essere una Capitale.

La più bella Capitale del mondo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

COMUNQUE VADA GRAZIE RAGAZZI CHE STATE PORTANDO COSI IN ALTO IL NOME DELLA NOSTRA CITTA !!!!!!!!!

robzazza ha detto...

"Se all'andata Giulio Cesare si è dovuto inchinare a Masaniello, stavolta si è addirittura capovolta la storia: i Borbone hanno conquistato Roma, proprio nell'anno del centocinquantesimo anniversario della invasione delle Due Sicilie."

...che sia lo spirito BORBONICO a volersi vendicare del misfatto subito 150 annio fa?AVANTI NAPOLI!

Maria ha detto...

E'proprio un bel post carico di passione.
Io Dedicherei,in particolare,questa vittoria a Cassetti che a Lavezzi,dopo il presunto sputo,ha detto "queste cose le vai a fare a Napoli".
E ancora,la dedico a tutti i Rom_ani
che durante la partita hanno cantato "senti come puzza Napoli".

Grazie Ragazzi.

ultrasnapolioldstyle ha detto...

Maria, lasciamo perdere per cortesia i romani, i romanisti e cassetti (volutamente minuscoli). Cassetti ha detto "Queste cose le vai a fare a Napoli?!?" Beh forse ha dimenticato che qualche anno fa il suo bel capitano, prima di dedicarsi alla raccolta dei centesimi, lo fece davanti a tutta l'Europa in una partita dell'europeo con la maglia della nazionale.
"senti come rosica roma".

Saluti a tutti, e sempre FORZA NAPOLI

Anonimo ha detto...

tutti abbiamo visto...e nulla resta impunito,romano guarda come si gioca al calcio,grinta passione e lealtà.
antiromagroup