sabato 24 maggio 2008

Rapporto Taylor: ecco il modello inglese


Sono anni che i padroni del pallone (dovrei chiamarli usurpatori, lo so) ci fanno la palla col famoso "modello inglese" ogni volta che si verifica un episodio di violenza legata al calcio. Probabilmente lorsignori non sanno nemmeno di cosa parlano, e immaginano di poter impiantare qui in Italia un sistema di prevenzione e controllo che in Inghilterra ha avuto molti lati positivi, ma anche parecchi risvolti negativi. Vediamo un pò:


L'evento che ha accelerato la trasformazione del calcio inglese è sicuramente da individuarsi nel disastro di Sheffield allo stadio di Hillsborough del 15 aprile 1989 (95 tifosi del Liverpool persero la vita). L'inchiesta che è seguita ha permesso nel 1990 la stesura del c.d. "Rapporto Taylor", sullo stato di salute del calcio britannico (Taylor era ministro del governo conservatore Major). Le conclusioni espresse da detto rapporto hanno avuto quale principale conseguenza quella di imporre a tutti i club delle prime due serie inglesi (nonché a quelli della prima divisione scozzese) di dotare gli stadi di posti a sedere a partire dalla stagione 1994/95. L'enorme costo di questo intervento (stimato in oltre 750 milioni di sterline) è stato finanziato dai club in modi diversi: alcuni sono ricorsi a risorse proprie, altri hanno scelto di recuperare i capitali necessari dal mercato mobiliare, altri, infine, hanno chiesto aiuto al Football Trust, ente finanziato per l'85% dalle compagnie che si occupano di scommesse. Quest'ultima modalità di finanziamento è stata, sicuramente, favorita dal governo inglese guidata allora da Major attraverso la promulgazione nel marzo 1990 di un decreto legge che stabiliva la riduzione per 5 anni della tassazione statale sui giochi a scommesse (2,5% annuo). In questo modo sono stati destinati fondi per ben 100 milioni di sterline per la ristrutturazione degli stadi. Il decreto in questione, inoltre, è stato prorogato fino al 2000 permettendo la raccolta di ulteriori 100 milioni di sterline.

Prima questione: ve li immaginate voi i club che pagano di tasca loro per ammodernare e mettere in sicurezza stadi che non sono nemmeno di loro proprietà?


Il Rapporto Taylor prevedeva pene dure per gli hooligans: il divieto di accesso agli stadi può arrivare fino a 10 anni e può essere applicato anche a chi ha commesso reati in occasioni diverse da eventi sportivi. Tra i reati che fanno scattare il divieto di accesso allo stadio vi sono: i cori e gli atteggiamenti razzisti; l'ubriachezza o il possesso di alcolici; il possesso di razzi o fuochi d'artificio. Il reato di cori razzisti può essere contestato anche sa a cantare è una persona sola; la polizia può operare il fermo preventivo di chiunque sia sospettato di aver commesso atti violenti in passato. In caso di trasferte della Nazionale inglese all'estero la polizia può sequestrare il passaporto a chi è sospettato, impedendogli così l'espatrio.

Seconda questione: sapete quanti abusi ci sono stati? Quante persone hanno visto d'un colpo militarizzare il proprio stadio o la propria gradinata? Due esempi di sanzioni: un bambino di dieci anni (ripeto: dieci anni) non potrà più entrare in uno stadio inglese per almeno tre anni perché identificato mentre lanciava oggetti dalla tv a circuito chiuso. Sempre la tv ha scoperto una ragazzina di 15 anni che lanciava oggetti contro la polizia: è stata "internata" per 8 mesi in un istituto di rieducazione e per 6 anni non potrà più mettere piede in uno stadio inglese. Ora: capisco il pugno duro e la tolleranza zero, ma qui si esagera!


Ancora: i prezzi dei biglietti sono diventati proibitivi! Ancora: bisogna stare sempre seduti (anche se su questo punto, in curva, c'è maggior morbidezza). Ancora: negli stadi inglesi sono previste le celle e i colpevoli di reati vengono giudicati per direttissima il giorno dopo la partita. Ancora: gli steward, di cui si parla tanto anche in Italia, possono operare fermi o eseguire test alcolemici (lo stesso succede in Germania). E' vero: in Inghilterra non ci sono barriere né gabbie, ma basta che sorpassi una riga gialla (do not trespass this line...) e finisci subito in galera. Nelle celle previste all'interno degli stessi stadi.

Terza questione: gli hooligans sono stati sconfitti? Assolutamente no! Vanno allo stadio 4 o 5 partite l'anno, ma seguono la squadra praticamente sempre. E quando non entrano allo stadio, si danno appuntamento con altri hooligans e si distruggono di mazzate. Quando poi vanno all'estero a seguire l'Inghilterra... apriti cielo!

E' questo il calcio che vogliamo? E' questo il calcio moderno?


3 commenti:

Anonimo ha detto...

NOI NON VOGLIAMO QUESTO TIPO DI CALCIO!!!
NO AL CALCIO MODERNO!!!
VECCHIA MENTALITA'!!!
Sky Sport 4.

marco ha detto...

io l'ho sempre sostenuto da tempo immemore e ora che ci sono anche andato dico: ma quale modello inglese.....siamo la repubblica delle banane

Antonio Nemo ha detto...

Infatti...