mercoledì 31 ottobre 2007

Trasferta in casa (3)


Sulla Tiburtina il traffico è scorrevole. Ci sta un casino di macchine, ma il tutto va bene. Mi sento in forma, mentre inondo il gargarozzo con una buona e fresca Moretti in lattina. Il compare Andrea mi fa compagnia, mentre Peppe Moltobene sottolinea che ha da poco lavato la lancia ipsilon e che dobbiamo stare attenti. Lo prendiamo un po' per il culo, anche perchè Peppe non è un mostro ad orientarsi. I suoi quesiti sono del tipo: “Se devo andare a Napoli, prendo direzione Firenze o l'Aquila?”. Ingarriamo la strada e di galoppo avanziamo verso Napoli. La radio blatera canzoni insignificanti, mentre la voglia di fumarmi una bella siga sale rapidamente. Per fortuna, dopo un'oretta buona ci fermiamo ad una stazione di servizio: i due camerati (che schifo, questa parola!) se ne vanno a pisciare. Io, invece, mi abbottono la felpa azzurra e mi accendo una bella sigaretta. Faccio appena in tempo a buttare fuori il fumo della prima boccata, che una troietta in miniatura mi passa davanti e mi chiede: “Hai una sigaretta?”. Io le vorrei rispondere “succhiamelo” ma sono troppo intento a scrutarle le tette piccolette che le do la sigaretta quasi senza pensare. Intanto arriva il compare Andrea, che osserva le immature forme della troietta fumante ed esclama: “Minchia do piezzo di pulla!”, che nella sua lingua significa, più o meno, “guarda che fior di donzella!”. Col cazzo!

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