mercoledì 20 febbraio 2008

Traserta in casa (14)

E' finita. Quello stronzo bastardo cornuto dell'arbitro ha mandato tutti a fanculo. Uno a zero. E vai col tango.
Ci abbracciamo come se ci fossimo appena salvati la vita a vicenda. C'è chi è sudatissimo, manco avesse giocato lui a centrocampo. C'è chi respira a fatica. Chi bestemmia tutti i santi e chi manda a fare in culo i tifosi ospiti. Sono sempre in pochi, i tifosi ospiti. Tranne qualche romanista nei tempi d'oro, di tifosi ospiti a Napoli se ne vedono sempre pochi. Si vede che si è sparsa la voce: a Napoli facciamo il culo a tutti! Credo che abbiano capito, soprattutto i bavosi leghisti, che qui a Napoli non c'è minestra. L'unico leghista buono è un leghista buono. Merde secche e segaioli. Nulla più.
Salutiamo tutti, ad uno ad uno. Mi fanno l'in bocca al lupo per il viaggio di ritorno e per la vita in generale. Io, Peppe e Don Andrea scendiamo le scalinate del San Paolo e già mi viene un magone in corpo. Il pensiero che passerà un sacco di tempo prima di tornare in questo stadio, in questa curva, mi rende triste e arrabbiato. Mentre tutta la gente intorno a me blatera dissertazioni sullo schema tattico della partita appena conclusa, io cerco - cazzo, che tristezza - cerco di respirare tutti gli odori della curva. Chiudo gli occhi e mi faccio trasportare giù dalla marea di gente che scende le scale. Sento voci che per mesi non ascolterò più. Perchè puttana eva devo tornare al lavoro, ed io lavoro a più di 200 km da Napoli. Se stessi ancora qui, col cazzo che mi perderei una partita. Ma la classe dirigente dimmerda della capitale partenopea non fa un beneamato cazzo per mantenere la gioventù napoletana nella città natìa. Se non sei figlio di qualcuno o non hai la conoscenza giusta, fratello caro fatti i bagagli e sgomma. Che a Napoli ci restano solo i fortunati, i camorristi e i venduti.
Usciamo dal San Paolo ed ho giusto il tempo di girarmi. I riflettori illuminano ancora un manto erboso che non mi è mai parso così bello e verde. Cerco di concentrarmi, per stamparmi nella testa l'immagine di questo stadio, che già mi manca un casino. Peppe e Andrea mi chiamano. Facciamo tardi, se non ci sbrighiamo. Il traffico della tangenziale. Il tragitto in autostrada. E poi, cazzo di budda, sta pure ricominciando a piovere. Mi rigiro dando le spalle alla curva A. E sento - cazzo, una fitta al cuore - che ci vorrà parecchio prima di tornarci.

2 commenti:

vecchio_ideale_napoli ha detto...

ciao il tuo romanzo è molto bello...mica ti da fastidio se copio qualche parte del romanzo sul mio blog per farti anche 1 pò di pubblicità




||AVANTI ULTRAS||

Antonio Nemo ha detto...

Assolutamente! Anzi, ti ringrazio! E dimmi pure l'indirizzo del tuo blog... magari facciamo uno scambio di link.
Ti preannuncio che il romanzo, se tutto va bene, uscirà in forma cartacea in estate, o al più tardi all'inizio della prossima stagione. Mi raccomando...fammi pubblicità!