La prima cosa che mi viene da dire è che la
situazione nel nostro paese è sempre peggio. Naturalmente non mi riferisco a
questioni politiche, mai lo abbiamo fatto e mai lo faremo, non mi riferisco
nemmeno alla crisi economica vero grande problema dei giorni d’oggi, bensi’,
come intitolato questo post, alla “degenerazione sociale” che dilaga in ogni
parte della Penisola.
Chi frequenta questo blog sa benissimo che chi lo
gestisce non appartiene a nessun gruppo ultras, ogni commento è frutto di un gruppo
di amici che hanno in comune la passione per il calcio e per il Napoli, che
hanno alle spalle anni di stadio e di curva, ma che allo stesso tempo hanno
maturato un’idea indipendente dalle logiche curvaiole.
Detto questo, fatta per l’ennesima volta questa
premessa, ritornando al titolo del post sono disgustato dagli ultimi episodi che
hanno visto protagonisti sedicenti tifosi. Attaccare il pullman di una squadra
di calcio, distruggere auto in sosta, esporre striscioni inneggianti l’Heysel,
intonare cori pro eruzione del Vesuvio, saluti fascisti, buu razzisti ormai
sono diventati all’ordine di ogni weekend calcistico. Che sia Torino, Milano,
Napoli o qualsiasi altra città, sono sempre meno coloro che si sottraggono a
questo mal costume tutto nostrano.
Di questo passo dove arriveremo? Dov’e’ la
mentalità? Sarà l’effetto della Tessera del tifoso? Saranno gli stadi
fatiscenti che allontano le famiglie? Ci possiamo interrogare per ore, nessuna
risposta giustificherà tali atteggiamenti.
Va benissimo la rivalità sportiva, il campanilismo è
sempre esistito ed è giusto che ci sia, ma qui siamo andati oltre, non c’e’ più’
rispetto nemmeno per i defunti. Tutto ciò non farà altro che aizzare i toni aumentando
l’odio che già imperversa in questo paese.
Che possa risultare simpatico o meno, Antonio Conte
ha ragione nel dire che il calcio non può tramutarsi in una guerra, affermando
che nel resto d’Europa questo non avviene.
Proprio ieri guardando i goal degli altri campionati
europei (Premier e Bundesliga) la mia attenzione era rivolta agli spalti, che
si trattasse della prima o dell’ultima in classifica, ogni stadio era pieno o
quasi, per noi che non siamo più abituati è un bel colpo d’occhio. Provate a
fare la stessa osservazione nei campi di Serie A, partita di cartello a parte,
gli altri stadi sono semivuoti per non parlare poi della Serie B.
Credo che alla fine ognuno ha le proprie responsabilità:
istituzioni, addetti ai lavori, tifosi, in misura diversa si è contribuito ad
esasperare gli animi. La degenerazione sociale non riguarda solo il calcio è
visibile anche in altri contesti della nostra vita, facciamo tutti un passo
indietro prima che sia troppo tardi.