lunedì 30 marzo 2009

Processo Sandri: parlano alcuni testimoni



«Vidi il poliziotto spostarsi più volte con le braccia tese per cercare l' assestamento, poi il fumo bianco dello sparo» ricorda Fabio Rossini, che quel giorno rientrava a Roma assieme a due collaboratori da Milano. «Cercò la mira per cinque secondi, poi esplose il colpo verso l' auto in movimento» aggiunge Keiko Korihoshi, guida turistica giapponese che viaggiava in pullman con alcuni colleghi. «Si posizionò per puntare, braccia tese» insiste Maria Anania, cassiera del market accanto al distributore di benzina. Sono i ricordi di uomini e donne le cui vite si incrociarono, la mattina di domenica 11 novembre 2007, nell' area di servizio di Badia al Pino, corsia sud dell' Autosole, quando un colpo partito dalla pistola del poliziotto Luigi Spaccarotella colpì e uccise il tifoso della Lazio Gabriele Sandri. Uomini e donne che, quando assistettero a quella scena, non si resero conto di cosa stesse accadendo, ma più tardi, all' ascolto dei tg, capirono e decisero di farsi avanti. «Per questo loro senso civico li ringraziamo», hanno detto ieri i Sandri, padre, mamma e fratello di Gabriele, nell' aula del tribunale di Arezzo dove hanno deposto i testi. In tutto cinque. C' erano anche Emanuele Fagionie Fabrizio Galilei, compagni di viaggio di Rossini. Indeciso il primo: «Impugnava la pistola con il braccio teso in avanti ma non con due mani, non ho visto lo sparo». Sicuro, forse anche troppo, il secondo: «Era fermo, aveva le gambe divaricate, le braccia tese, l' ho notato puntare e sparare». Cinque testimoni, appunto, incalzati dai difensori di Spaccarotella, Francesco Molino e Federico Bagattini, che puntano a dimostrare che il colpo di pistola partì accidentalmente e fu deviato. E che contestano contraddizioni tra le deposizione dei mesi passati e quelle di ieri.

mercoledì 25 marzo 2009

Ultras aggrediscono Galliani?????



"Non sarebbero stati degli Ultrà ad aggredire il vicepresidente del Milan Adriano Galliani domenica sera, al termine della partita al San Paolo tra Napoli e Milan. Ne è convinta la Digos della Questura di Napoli, che sta indagando sull' episodio. Il vicequestore Antonio Sbordone esclude l'ipotesi che possano essere stati alcuni degli ultras milanisti, presenti in 400 circa a Fuorigrotta, a prendere di mira il dirigente rossonero, ma anche che siano stati gruppi organizzati del Napoli. Si sarebbe trattato invece di alcune decine di tifosi che stavano defluendo dal San Paolo."

Sapete da dove ho preso questa notizia? Da un giornale fiorentino. Nè un quotidiano napoletano, nè uno milanese.

Ma non erano gli Ultras napoletani ad aver ASSALTATO l'auto di Galliani?
Stampa infame o incompetente?

martedì 24 marzo 2009

Pennivendoli in azione.



Dopo l'esonero di Mister Reja, mi sono preso un momento di pausa. Di distacco. Da una società che non riesco a comprendere. Da una squadra che sembra ferma e in disarmo. Ho aspettato. Una reazione c'è stata, finalmente. E non solo nel secondo tempo di Reggio Calabria, ma soprattutto nel posticipo serale contro il Milan. Trascinati da un tifo incredibile (per chi non frequenta lo stadio, non per noi...) i ragazzi in maglia azzurra sono riusciti a disputare un'ottima partita, e avrebbero meritato di vincere. O meglio, avrebbero vinto... se l'ennesimo errore arbitrale non avesse comportato l'ingiusto annullamento del gol di Hamsik. Altro torto da annotare, giusto per non dimenticare.
Veniamo poi ad un fatto marginale: "sembra" che l'auto del sig. Galliani sia stata presa a pedate e sputi. Se i santoni, i professoroni, i pennivendoli hanno pensato bene di dimenticare l'enorme apporto che la tifoseria napoletana ha dato alla squadra in tutto il campionato, evidenziando invece come i soliti "ultras, che non possono essere definiti tifosi" hanno compiuto l'ennesimo deprecabile gesto... beh, sono liberi di farlo.
Poi, però, non lamentatevi se dalle curve parte qualche coro o viene alzato qualche striscione contro di voi giornalisti. Dopo la partita ed il tifo di domenica, avreste dovuto dare quattro colonne al tifo, e qualche riga all'episodio. Avete fatto il contrario.

lunedì 9 marzo 2009

Verità per Giancarlo




"Hanno voluto «ricordare» il loro capo ultras, morto di broncopolmonite, tirando sassi e inveendo contro gli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Cagliari, dove si trovava recluso. Quasi una sommossa urbana accaduta venerdì sera davanti alla casa circondariale di Buoncammino, nel centro del capoluogo sardo. Una sessantina di Sconvolts, il gruppo più numeroso della tifoseria del Cagliari calcio, ha deciso di radunarsi all’esterno delle mura del carcere e ha cominciato a gridare e intonare cori di insulti contro le guardie, che hanno dato subito l’allarme.All’origine della protesta, la morte di un loro capo tifoseria, Giancarlo Monni, 35 anni, avvenuta nei giorni scorsi dopo che l’uomo era stato trasferito in ospedale dalla sua cella. Secondo la perizia necroscopica, non ci sono però dubbi: Monni è deceduto a causa di una broncopolmonite, ma per gli amici ultras potrebbero aver inciso negativamente sulla sua salute le condizioni di vita all’interno del carcere. Già domenica scorsa, allo stadio Sant’Elia, durante la partita tra Cagliari e Torino, gli Sconvolts avevano voluto ricordare il loro capo con uno striscione in curva Nord, con la scritta «Giancarlo vive».Venerdì, però, dopo essere usciti dalla loro sede storica nel quartiere popolare di Marina, hanno deciso di riunirsi sotto le mura Nord del carcere, dove di solito gli agenti parcheggiano le proprie automobili, e di protestare duramente. L’intervento della polizia e della Digos ha permesso che la situazione non degenerasse, anche perché ormai la tensione stava crescendo incredibilmente. Dal gruppo di tifosi è partita una sassaiola e molte pietre sono finite all’interno del cortile di Buoncammino. Poi sono spuntate bombolette, con le quali sono state imbrattate diverse vetture di operatori religiosi, di agenti e secondini in sosta. Dalle torrette del carcere è allora scattato l’allarme, mentre dalla Questura di Cagliari è partito l’ordine di tenere sotto stretto controllo la situazione: sul posto sono arrivate diverse pattuglie della Squadra mobile ma anche della Digos che hanno fronteggiato (fino a quando non si sono allontanati da soli) i tifosi più scalmanati. Secondo alcune indiscrezioni, la Digos inoltre avrebbe filmato diversi protagonisti della protesta. Nessuno però sarebbe stato fermato o identificato, ma in Questura sono sicuri che molti volti conosciuti salteranno fuori dalle immagini registrate anche dalle telecamere collocate in diversi punti dello stesso carcere. Se saranno identificati, i tifosi rischiano la denuncia per minacce e danneggiamento. Sono ancora in corso le indagini per risalire agli organizzatori della protesta. Non si è fatta attendere la dura reazione dei sindacati della polizia penitenziaria: «Il dolore per la morte di un amico non può mai trasformarsi in rabbiosa ondata di violenza nei confronti di chi con grande sacrificio tenta di garantire sicurezza e umanità nel carcere di Buoncammino», ha scritto ieri in una nota Sandro Dessì, segretario territoriale della Cgil Funzione pubblica.".

Diciamo solo una cosa: VERITA' PER GIANCARLO.
Se gli ultras del Cagliari vogliono aggiungere qualcosa, dichiarare le loro perplessità e/o accuse, questo blog sara' lieto di ospitare un loro articolo o comunicato.

domenica 8 marzo 2009

Giustizia per Gabriele.



In occasione di Napoli - Lazio di oggi, un pensiero non può non andare a Gabriele Sandri e alla sua famiglia. Gabriele, tifoso della Lazio ucciso dal poliziotto Spaccarotella l'11 novembre 2007, forse oggi avrebbe raggiunto Napoli per seguire la sua Lazio. O forse no, visto tutti i divieti di trasferta di cui quasi tutte le squadre del centro sud sono oggetto (noi napoletani lo sappiamo bene).

Nonostante l'odio profondo che nutriamo per la lucrosa tifoseria laziale, politicizzata in maniera stomachevole, non possiamo non ricordare l'ennesimo abuso delle forze dell'ordine e l'ennesima tragedia del calcio: la morte di Gabriele va ricordata sempre!

Vicini alla famiglia Sandri, e soprattutto al fratello che continua a girare l'Italia cercando di far luce su una delle pagine più nere della nostra Repubblica.

venerdì 6 marzo 2009

Casms, ancora trasferte vietate.

Dall' Asca.it apprendiamo che ancora una volta la possibilità di seguire la propria squadra in trasferta è preclusa per molte tifoserie. E ancora una volta notiamo che le tifoserie di Milan, Inter e Juve hanno trattamenti di favore.
Non dimentichiamo mai i razzi sparati a San Siro dalla nord nerazzurra qualche partita fa. Ne hanno parlato? C'è stata la squalifica del campo? Trasferta vietata la domenica dopo? NO, oviiamente... che schifo...
"Trasferte off limits per i tifosi genoani, romanisti, granata e partenopei. Lo ha deciso stamane il Casms che ha determinato la chiusura del settore ospiti e la vendita dei biglietti ai soli residenti in ambito regionale per le seguenti gare di serie A considerate ad alto rischio: Cagliari-Genoa del 14/3/09 e Sampdoria-Roma, Atalanta-Torino e Reggina-Napoli del 15/3/09.Per la gara Juventus-Bologna, prevista il prossimo 14/3/09 e considerata a rischio, il Comitato ha determinato la decisione dell'acquisto del biglietto singolo per i tifosi ospiti presso le ricevitorie autorizzate."

martedì 3 marzo 2009

www.lucro.irr



Alla prossima c'è la Lazio. Anzi, la Lazie.
Quando nacquero, nel 1900, si chiamavano Società Podistica Lazio. "Podistica"... sono sempre stati abituati a scappare, dalla nascita.
Anni fa ci furono un pò di casini a Roma con la Lazio. Vincemmo 2 a 1, e la sbirraglia romana (alcuni sotto la divisa avevano la maglia degli Irriducibili) caricò ingiustamente e più volte noi partenopei. Addirittura ci fu una interrogazione parlamentare a seguito degli abusi della sbirraglia, ma come al solito non se ne fece nulla.

Gli Irriducibili, dicevamo. In quella occasione, esponemmo uno striscione: http://www.lucro.irr/
Era arcinota la capacità imprenditoriale dei leaders degli Irriducibili, gente che sulla passione e sui propri colori ha fondato attività, aperto negozi, ecc...
Alquanto palummelliani, non c'è che dire. Con l'aggravante della politicizzazione della curva nord, che è sempre stata orientata verso la destra, ma che con gli Irriducibili ha visto un autentico proliferare di croci celtiche, svastiche, saluti romani e robaccia affine.
Se con Cragnotti hanno fatto soldi, con Lotito non hanno più avuto "trippa pe' gatti". Subito pronti a contestare il Presidente, si scopre poi di minacce e di affari loschi. Oggi alcuni esponenti degli Irriducibili sono in galera, e per fatti che non attengono al calcio.
In Italia c'è la presunzione di innocenza, quindi fino a prova contraria essi sono penalmente innocenti. Ma moralmente, gli Irriducibili sono stati uno dei gruppi peggiori del panorama ultras italiano.

La loro mentalità? Basta vedere la foto sopra questo post per capire come loro intendono la passione e l'essere ultras...