mercoledì 28 maggio 2008

Repressione

Fino a quando la vostra VIOLENZA si chiamerà GIUSTIZIA...
la nostra GIUSTIZIA si chiamerà VIOLENZA

lunedì 26 maggio 2008

Panionios o Borac: avversarie del Napoli in Intertoto



Dopo la fine della Super Lega (la serie A greca) conclusasi con il trionfo dell’Olympiakos, il Panionios si è piazzato al quinto posto, che gli ha permesso la partecipazione ai play-off con partite di andata e ritorno con Aek, Panathinaikos, e Aris per stabilire la classifica per la partecipazione alla Champions League o all’Uefa. Al termine di questa fase, la formazione rossoblù si è piazzata all’ultimo posto che le ha consentito l’accesso al secondo turno dell’Intertoto. E' terminato anche il Campionato serbo con la vittoria da parte del Partizan, e con la qualificazione all'Intertoto conquistata dal Borac. La squadra di Cacak (Serbia centrale) ha vinto nell'ultimo turno di campionato contro il Banat e si è classificata al quarto posto. Parteciperà all'intertoto e non direttamente alla Uefa poichè il posto assegnato attraverso la coppa di Serbia è stato agguantato da una squadra di Seconda divisione, finalista contro il Partizan (che si è aggiudicato anche la coppa nazionale). Di conseguenza il posto utile per partecipare all'Intertoto è il quarto della Meridian Super Liga e non il quinto(occupato dal Napredak). Dunque uscirà dalla sfida tra la vincente del secondo turno tra i serbi del Borac e i greci del Panionios l'avversaria del Napoli nell'Intertoto, che mette in palio undici posti al secondo turno preliminare di Coppa Uefa. Gli azzurri entreranno in scena al terzo (e ultimo) turno, la cui andata è in programma il 19/20 luglio, mentre il ritorno si giocherà il 26/27 luglio.

sabato 24 maggio 2008

Rapporto Taylor: ecco il modello inglese


Sono anni che i padroni del pallone (dovrei chiamarli usurpatori, lo so) ci fanno la palla col famoso "modello inglese" ogni volta che si verifica un episodio di violenza legata al calcio. Probabilmente lorsignori non sanno nemmeno di cosa parlano, e immaginano di poter impiantare qui in Italia un sistema di prevenzione e controllo che in Inghilterra ha avuto molti lati positivi, ma anche parecchi risvolti negativi. Vediamo un pò:


L'evento che ha accelerato la trasformazione del calcio inglese è sicuramente da individuarsi nel disastro di Sheffield allo stadio di Hillsborough del 15 aprile 1989 (95 tifosi del Liverpool persero la vita). L'inchiesta che è seguita ha permesso nel 1990 la stesura del c.d. "Rapporto Taylor", sullo stato di salute del calcio britannico (Taylor era ministro del governo conservatore Major). Le conclusioni espresse da detto rapporto hanno avuto quale principale conseguenza quella di imporre a tutti i club delle prime due serie inglesi (nonché a quelli della prima divisione scozzese) di dotare gli stadi di posti a sedere a partire dalla stagione 1994/95. L'enorme costo di questo intervento (stimato in oltre 750 milioni di sterline) è stato finanziato dai club in modi diversi: alcuni sono ricorsi a risorse proprie, altri hanno scelto di recuperare i capitali necessari dal mercato mobiliare, altri, infine, hanno chiesto aiuto al Football Trust, ente finanziato per l'85% dalle compagnie che si occupano di scommesse. Quest'ultima modalità di finanziamento è stata, sicuramente, favorita dal governo inglese guidata allora da Major attraverso la promulgazione nel marzo 1990 di un decreto legge che stabiliva la riduzione per 5 anni della tassazione statale sui giochi a scommesse (2,5% annuo). In questo modo sono stati destinati fondi per ben 100 milioni di sterline per la ristrutturazione degli stadi. Il decreto in questione, inoltre, è stato prorogato fino al 2000 permettendo la raccolta di ulteriori 100 milioni di sterline.

Prima questione: ve li immaginate voi i club che pagano di tasca loro per ammodernare e mettere in sicurezza stadi che non sono nemmeno di loro proprietà?


Il Rapporto Taylor prevedeva pene dure per gli hooligans: il divieto di accesso agli stadi può arrivare fino a 10 anni e può essere applicato anche a chi ha commesso reati in occasioni diverse da eventi sportivi. Tra i reati che fanno scattare il divieto di accesso allo stadio vi sono: i cori e gli atteggiamenti razzisti; l'ubriachezza o il possesso di alcolici; il possesso di razzi o fuochi d'artificio. Il reato di cori razzisti può essere contestato anche sa a cantare è una persona sola; la polizia può operare il fermo preventivo di chiunque sia sospettato di aver commesso atti violenti in passato. In caso di trasferte della Nazionale inglese all'estero la polizia può sequestrare il passaporto a chi è sospettato, impedendogli così l'espatrio.

Seconda questione: sapete quanti abusi ci sono stati? Quante persone hanno visto d'un colpo militarizzare il proprio stadio o la propria gradinata? Due esempi di sanzioni: un bambino di dieci anni (ripeto: dieci anni) non potrà più entrare in uno stadio inglese per almeno tre anni perché identificato mentre lanciava oggetti dalla tv a circuito chiuso. Sempre la tv ha scoperto una ragazzina di 15 anni che lanciava oggetti contro la polizia: è stata "internata" per 8 mesi in un istituto di rieducazione e per 6 anni non potrà più mettere piede in uno stadio inglese. Ora: capisco il pugno duro e la tolleranza zero, ma qui si esagera!


Ancora: i prezzi dei biglietti sono diventati proibitivi! Ancora: bisogna stare sempre seduti (anche se su questo punto, in curva, c'è maggior morbidezza). Ancora: negli stadi inglesi sono previste le celle e i colpevoli di reati vengono giudicati per direttissima il giorno dopo la partita. Ancora: gli steward, di cui si parla tanto anche in Italia, possono operare fermi o eseguire test alcolemici (lo stesso succede in Germania). E' vero: in Inghilterra non ci sono barriere né gabbie, ma basta che sorpassi una riga gialla (do not trespass this line...) e finisci subito in galera. Nelle celle previste all'interno degli stessi stadi.

Terza questione: gli hooligans sono stati sconfitti? Assolutamente no! Vanno allo stadio 4 o 5 partite l'anno, ma seguono la squadra praticamente sempre. E quando non entrano allo stadio, si danno appuntamento con altri hooligans e si distruggono di mazzate. Quando poi vanno all'estero a seguire l'Inghilterra... apriti cielo!

E' questo il calcio che vogliamo? E' questo il calcio moderno?


venerdì 23 maggio 2008

Progetto Ultras: 1° congresso europeo dei supporters


A cosa pensate quando sentite il termine "calcio moderno"? Ai grandi magnati, alle pay-tv e agli sponsor che controllano il gioco? Al divario esistente tra i calciatori superstar e i loro sostenitori? Agli esorbitanti prezzi dei biglietti? Alla repressione e alle diffide? Al razzismo e tutte le altre forme di discriminazione esistenti? O, ancora, alla messa al bando di numerosi aspetti della cultura del tifo all'interno degli stadi?Non può non esserci tuttavia un altro lato della medaglia. Altrimenti perché ci chiameremmo ancora tifosi di calcio?
Durante gli ultimi due decenni, un numero sempre crescente di organizzazioni e gruppi di tifosi in tutta Europa si sono mossi per rivendicare il loro ruolo e un calcio a misura di tifoso. Non tutte queste iniziative hanno avuto successo, ma ci hanno permesso di comprendere come essere uniti in queste battaglie ci consenta di avere una voce molto più rappresentativa nei confronti delle istituzioni calcistiche.D'altro canto, le istituzioni calcistiche e governative di molte nazioni hanno recentemente cominciato a riconoscere il ruolo dei tifosi come componente fondamentale del sistema-calcio e stanno cercando di instaurare forme di dialogo e collaborazione. Il governo inglese ha messo a disposizione forme di supporto finanziario alle organizzazioni di tifosi; in Germania, la Federazione ha ospitato un raduno nazionale delle tifoserie tedesche nel giugno 2007; l'Unione Europea ha sostenuto eventi e iniziative finalizzate alla difesa degli interessi dei tifosi; il presidente della UEFA Michel Platini, infine, nel dicembre 2007 ha invitato i rappresentanti di alcune organizzazioni di tifosi da tutta Europa per un incontro di sette ore.In molte nazioni, le divergenze di interessi tra le istituzioni calcistiche e i tifosi sono ancora fortissime e lontane dall'esser risolte. Noi tutti possiamo tuttavia impegnarci e usufruire di queste recenti aperture a livello europeo sviluppando una struttura che sappia dar voce ai tifosi di tutta Europa.La rete FSI Football Supporters International è un network indipendente di organizzazioni vicine al mondo del tifo che da più di 15 anni hanno sviluppato e provveduto all'organizzazione delle "fans' embassies" (ambasciate dei tifosi) per tutti i supporters al seguito della propria squadra o nazionale all'estero. Oggi vogliamo impegnarci per la creazione di un network internazionale di tifosi che possa proteggere e rappresentare gli interessi dei supporter su scala internazionale.FSI vuole quindi dare il via alla creazione di questa rete invitando voi, e il maggior numero possibile di gruppi/reti/organizzazioni o altri organismi di tifosi, a riunirvi in occasione della 1a Assemblea Europea dei Supporter, in programma il 6 luglio 2008 a Londra.Sarà un'occasione importante per identificare le differenze e le tematiche comuni tra tifosi provenienti da tutta Europa, e scoprire come possono essere rappresentate in maniera democratica. Le procedure di registrazione e tutte le altre informazioni necessarie sono disponibili in italiano sul sito ufficiale di FSI: http://www.footballsupportersinternational.com/

giovedì 22 maggio 2008

Il crollo del muro

No. Non sto parlando del famoso, e famigerato, Muro di Berlino. Parlo di un muro fatto di carne, muscoli, sudore e lacrime.

Parlo di John Terry, difensore centrale, capitano del Chelsea e della nazionale inglese. Un omone di 186 cm per 91 kg, 28 anni il prossimo dicembre. Un omone che ieri sera, sotto la britannica pioggia di Mosca, si è sciolto in un mare di lacrime.
Premessa: non sono un simpatizzante del Chelsea, squadra ricca e sopravvalutata (secondo me). Eppure ieri, al termine della finale di Coppa dei Campioni (io la chiamo ancora così, e chi la chiama Champions è pregato di andare a farsi fottere dal fratello di Anelka...), quando il Man United ha alzato la coppa dalle grandi orecchie, ero dispiaciuto. Perchè avevo visto un uomo, John Terry appunto, essere il migliore in campo; non sbagliare un intervento; preciso nelle chiusure e negli anticipi; grintoso e duro, ma sempre corretto. Ho visto Terry svettare di testa con una potenza disarmante, salvare un gol sulla linea con una proibitiva torsione del collo. Ho visto Terry trascinare, da vero capitano, la propria squadra fuori dalle sabbie mobili di un primo tempo in balia del più tecnico e spocchio Man U, risorgere in un secondo tempo concluso con un palo di Drogba, dominare i supplementari colpendo una traversa nonostante l'inferiorità numerica (espulso Drogba). Ai rigori, un fastidioso ed atteggiato Cristiano Ronaldo ha sbagliato un rigore calciato, come sempre, in maniera irregolare. Il rigore decisivo per il Chelsea lo calcia John Terry. Il Capitano sistema il pallone sul dischetto, conscio che è a 11 metri dalla storia, dalla prima Coppa dei Campioni nella storia del club di Stanford Bridge. La sua è stata una partita perfetta, e lui può consegnare l'epica vittoria alla squadra per cui da bambino ha tifato, ed in cui gioca da quando ha 14 anni. Terry prende la rincorsa, spiazza Van der Sar, ma... scivola in prossimità del dischetto e calcia fuori!


Quello che è successo dopo, lo avete visto tutti.

Io ho solo un'immagine in testa: gli occhi rossi e lucidi di un gigante che ieri avrebbe voluto essere piccolo piccolo, nascondersi come una formica nel prato bagnato dello stadio moscovita. Quel gigante, ieri, non aveva la forza di salire le scale a testa alta.

Non è giusto, John. Dovevi salire le scale a testa alta. Perchè tu ieri sera hai giocato una partita memorabile, e se il Chelsea è stato ad un millimetro dalla Coppa, il merito è stato soprattutto tuo.


P.s.: non succederà mai, lo so. Ma se mai un giorno mi capitasse di giocare contro Cristiano Ronaldo, che mi punta e mi fa le solite tre - quattro finte inutili ed irritanti, gli darò un calcio sul ginocchio col piede a martello! Così poi vediamo se fa ancora il frocio provocatore...

domenica 18 maggio 2008

Lazio - NAPOLI: e si chiude il campionato.

Oggi si disputa la 38esima ed ultima giornata di campionato. Il Napoli raggiunge la Lazio all'Olimpico, per una partita che, sulla carta, non dovrebbe avere particolari risvolti, visto che Lazio e Napoli hanno da tempo finito i loro campionati. In questi casi, però, il condizionale è d'obbligo: basti pensare che solo una settimana fa, un Napoli senza obiettivi ha surclassato ed umiliato un Milan che ambiva (e tutt'ora ambisce) a qualificarsi per la prossima Coppa dei Campioni. Quindi da questo Napoli è lecito aspettarsi di tutto (dalla debàcle di Catania al dominio sui rossoneri).
Oggi c'è la Lazio, squadra e tifoseria con la quale non ci sono mai stati ottimi rapporti, anzi... La compagine biancoceleste ha vissuto un campionato deludente: le attese della piazza erano certamente diverse. Il Napoli andrà all'Olimpico: per farsi una scampagnata o per dare l'ennesimo dispiacere ad una compagine blasonata? Vedremo tra poche ore...
Nella colonna di fianco c'è il nuovo sondaggio: in questi casi, in genere, vi sono sondaggi tipo "come reputi la stagione del Napoli", oppure "qual è il gol più bello della stagione". Queste però sono domande da tifosotto occasionale che ogni tanto va allo stadio per provare il brivido, ma in genere sta a casa davanti alla (pay) tv. Io, invece, vi chiedo: in quale partita casalinga le curve partenopee hanno trascinato la squadra più di altre volte? O meglio: quale partita è stata "vinta dagli ultras"?

sabato 17 maggio 2008

Napoli - Milan 3 a 1

http://www.youtube.com/watch?v=QHKbGzcl0T8

Li abbiamo skiantati!
Gustatevi questa breve sintesi auriemmana.

sabato 10 maggio 2008

10 Maggio 1987 - 10 Maggio 2008


21 anni fa, sul tetto d'Italia.

martedì 6 maggio 2008

VERONA.I.D.S.



Ultras neofascisti dell'Hellas Verona pestano a morte un ragazzo perchè si è rifiutato di offrire una sigaretta. Il "civile e sviluppato" nordest, fascista e leghista, si dimostra fucina di esseri immondi. Se fossero stati rumeni o arabi, tutti i ricchioni padani e le troie veronesi avrebbero inneggiato alla pena di morte o alle espulsioni di massa. Siccome invece gli autori di questo atroce e folle delitto sono figli (di puttana) della Verona "bene", tutti zitti.


E magari domenica allo stadio troveremo, in quella immensa cloaca che è il Bentegodi, striscioni che prendono le distanze da questi fatti. Ma la sottocultura razzista e fascista in cui questi episodi proliferano è comune a tutto il nordest, eccezion fatta - forse - per Venezia. Verona è notoriamente una città razzista e fascista, in cui i pochi cittadini civili sono sovrastati dalla feccia umana. Basta farsi un giro al Bentegodi o nella provincia veronese per vedere gli esemplari di cui parlo.

FINCHE' VIVRO', ODIERO' VERONA!